Prosegue la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il network dedicato alla videoarte nato nel 2008 da un’iniziativa della Whitechapel Gallery di Londra, che coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni d’arte contemporanea internazionali e artisti provenienti da tutto il mondo.

Come di consueto, ciascuna istituzione è stata invitata a segnalare un artista del proprio Paese e a presentare il suo lavoro attraverso un’opera video in relazione alla tematica proposta, che per questa edizione – che vede proseguire il format ibrido adottato negli ultimi anni, sia online che in presenza – è “La Diaspora”.

Le curatrici Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni hanno selezionato per la GAMeC Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini con l’opera Alphabet. The space between us and the unknown (2021).

Il film nasce da una riflessione sull’eredità della Guerra Fredda sulle comunità della diaspora asiatica in Occidente, mettendo al contempo in discussione il rapporto personale degli artisti con la comunità vietnamita di Berlino, composta da due gruppi di persone arrivate da un Paese diviso in un Paese diviso, e pertanto particolarmente simbolica di questa eredità.

Meditando sul delicato confine tra appropriazione e riconoscimento culturale, Ottonella e Nicola hanno voluto problematizzare la propria posizione di genitori adottivi italiani con una figlia e un figlio nati in Vietnam. Esplorano inoltre l’intersezione tra appartenenza, parentela, storia, memoria e politiche identitarie, nonché l’intreccio tra loro, i loro figli e i diversi movimenti di memoria che abitano la città in cui vivono.

Il film documenta anche una performance nello spazio urbano che guarda alle strutture sociali attraverso la lente della propria esperienza familiare.
Viaggiando su una piccola barca, Ottonella, Nicola e la loro famiglia trascorrono una giornata intima nello spazio pubblico, navigando nel traffico cittadino di Berlino alla ricerca di un luogo immaginario in cui le vite di coloro che sono stati divisi dalla storia potrebbero idealmente incontrarsi.

Il Muro di Berlino assume quindi il valore simbolico di un luogo di incontro, e ripercorrerne la traccia navigando è un atto di riparazione poetica.

Alphabet. The space between us and the unknown è pensato anche come una lettera alle madri biologiche di Rosa e Tito. Il desiderio di trovare un linguaggio condiviso prende la forma di un doppio alfabeto, che conferisce un ulteriore ritmo alla narrazione.

In contemporanea, le sale del museo ospiteranno le proiezioni dei film proposti dalle istituzioni partecipanti alla quindicesima edizione:

Jesse Chun / Ballroom Marfa, Marfa
Dejan Kaludjerović / Cultural Centre of Belgrade, Belgrado
Michelle Deignan / Crawford Art Gallery, Cork
Liv Schulman / Fundación PROA, Buenos Aires
Sashko Protyah / Museum of Modern Art, Varsavia
Adnan Softić e Nina Softić / Neuer Berliner Kunstverein (n.b.k.), Berlino
Mochu / Project 88, Mumbai
Damir Avdagić / Tromsø Kunstforening, Tromsø
R.I.P. Germain / Whitechapel Gallery, Londra


Note biografiche

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, nati a Milano nel 1966 e nel 1962, vivono a Berlino. Nel 2002 sono stati in residenza al PS1 di New York. Il loro lavoro è stato esposto in gallerie e musei tra cui le Biennali di Torino, Brescia, Valencia, Tel Aviv e Tirana; Manifesta 12 Palermo; Slovak National Gallery, Bratislava; MUAR, Mosca; PS1, New York; Atelier D’Artistes, Marsiglia; SMART, Amsterdam, Kunst Haus, Dresda; Participant Ink New York; White Columns New York; American University Museum Washington DC; FFF Francoforte; Fondazione la Marrana Monte Marcello; MA*GA Gallarate, Villa Romana, Firenze; CCC Strozzina; Firenze; GAM, Bologna; GAM, Torino; MART, Trento e Rovereto; PAC, Milano; PAN, Napoli; Galleria Civica, Trento; MAMBo, Bologna; Fondazione Merz, Torino; Triennale, Milano; Fondazione del Monte Bologna.
Nel 2020 hanno vinto l’ottava edizione dell’Italian Council.
Sono rappresentati dalla Galleria Lia Rumma, Milano.