La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta RAPTUS, un progetto site specific dell’artista Marcello Maloberti. La mostra è la più grande mai dedicata da un museo italiano all’artista, nato nel 1966 e che vive e lavora a Milano.

Da sempre il suo lavoro è un mix giocoso e bizzarro di molteplici mezzi espressivi, che spaziano dall’installazione alla performance, dalla fotografia alla scultura, dall’intervento urbano al collage fino al disegno e al video.
Sentimenti contraddittori e differenti strategie formali si sovrappongono all’interno del suo universo visivo, come in un caleidoscopio di forme: se da un lato la quotidianità è messa in scena con ironia e malinconia, dall’altro il realismo si fonde col fantastico, in una continua trasformazione degli aspetti più banali dell’esistenza.
Maloberti rappresentata la vita come il regno dell’imprevedibile e del molteplice, come un RAPTUS, appunto, un’azione inattesa e incontrollabile, uno scoppio improvviso di energia e vitalità.

Marcello Maloberti crea ambienti con gli elementi più disparati ed eterogenei: sedie di plastica e radioline, tigri di ceramica, fiori, tende da ambulanti e conchiglie sono assemblati in modo stravagante e apparentemente caotico. Questi universi temporanei ospitano persone comuni invitate a compiere azioni minime e surreali o, più semplicemente, a vestire i panni di apparizioni incongrue. Il suo è un Teatro dell’Assurdo fatto di momenti di intimità e di silenzio e di scorci improvvisi di rumore ed eccentricità, dove un immaginario tutto italiano che corre da Federico Fellini a Pierpaolo Pasolini si intreccia con un ritratto estremo e vitale della nostra attuale realtà sociale. Nelle sue immagini, infatti, la città diventa un luogo sospeso tra gioco ed enigma, in cui il mix etnico e culturale delle odierne metropoli produce una galleria di ritratti contemporanei.

RAPTUS è un’imponente installazione composta da oggetti, suoni, luci e immagini che creano una molteplicità di paesaggi – rurali, urbani e umani – incastrati l’uno dentro l’altro come scatole cinesi, e che si espandono sino a dominare gli spazi GAMeC. Anche in questo caso lo spazio pubblico diventa una forma di ritratto psicologico, la dimensione interiore invade il paesaggio, come se quest’ultimo fosse uno schermo di proiezione soggettiva.
Gran parte dei lavori esposti ruotano intorno al dispositivo del collage, inteso non solo come tecnica ma, soprattutto, come una modalità operativa che sta alla base di tutto il lavoro di Marcello Maloberti. La vitalità con cui le immagini e le forme convivono e si sovrappongono all’interno della sua opera, infatti, appare come un’estensione della pratica combinatoria del collage, come se tutta la realtà fosse oggetto di un’azione di prelievo e di accostamento all’insegna del disordine percettivo, della similitudine formale e del paradosso linguistico.

Questa mostra è una parte della serie in onore di Arturo Toffetti.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Damiani Editore, è stato realizzato grazie al supporto di Club GAMeC.
Desideriamo inoltre ringraziare: Grafiche Icona, Milano; Oberti G. s.r.l., Dalmine (BG)