Il Premio è stato assegnato al progetto di mostra DATA RECOVERY proposto da ÖVÜL DURMUSOGLU
Il 5 giugno 2007 alle ore 18.30 la giuria composta da:
Dan Cameron, Direttore PROSPECT.1, New Orleans
Ralph Rugoff, Direttore Hayward Gallery, Londra
Giacinto Di Pietrantonio, Direttore GAMeC, Bergamo
ha premiato il progetto di Övül Durmusoglu con la seguente motivazione:
per la forza concettuale del progetto, la buona selezione degli artisti, il giusto equilibrio tra i vari media, l’attenta e precisa concezione dell’allestimento in relazione allo spazio
Il progetto verrà realizzato alla GAMeC nel 2008.
IL PROGETTO VINCITORE: DATA RECOVERY
Artisti: Julie Ault and Martin Beck, Michael Blum, Banu Cennetoglu, Goldin+Senneby, Klub Zwei, Susanne Kriemannn
La proposta di mostra di Övül Durmusoglu si ispira al libro Uqbar, Tlön, Orbius tertius dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, in cui realtà e finzione si intrecciano e si fondono di continuo, in una incessante interrogazione sulla relazione tra informazioni e coscienza della realtà.
Secondo la curatrice questo testo offre la chiave di interpretazione di alcune pratiche artistiche contemporanee legate, appunto, al mondo dell’informazione e a come questo agisca sulla percezione del mondo.
La mostra Data Recovery è incentrata sulla pratica della “cover”, un termine che la curatrice usa per indicare l’ulteriore elaborazione di informazioni già registrate e, quindi, già oggetto di una precedente performance. Perché questo accada, è necessario che le informazioni siano riportate alla loro origine attraverso un’operazione di recupero dati (di qui il titolo della mostra Data Recovery, recupero dati appunto), un’azione in grado di liberare le informazioni dal consenso tipico che le accompagna, ri-negoziando la logica dei media e la produzione di ideologie contemporanee.
I lavori degli artisti coinvolti nel progetto, pur nella loro diversità tematica e stilistica, saranno esposti all’interno di un allestimento che sottolinea la continuità di questo flusso di informazioni e performatività.
Altro filo conduttore di tutte le opere è l’atteggiamento di sfida nei confronti della distribuzione del reale e della finzione, attraverso operazioni di decostruzione delle relazioni tra segni e immagini e una successiva articolazione dei nessi tra immagini, epoche e spazi.