Un evento internazionale. La più grande rassegna mondiale sull’arte astratta in Sudamerica negli anni ’40 e ’50, realizzata in collaborazione con la Fundación Proa di Buenos Aires.
A cura di Marcelo E. Pacheco ed Enrico Crispolti – per la sezione su Lucio Fontana – Arte Abstracto Sudamericano è una mostra che guarda all’Argentina, cuore pulsante del continente sudamericano e attuale protagonista di profonde trasformazioni, attraverso le radici artistiche del suo sogno ‘europeo’ di sviluppo economico e sociale.
Più di 160 dipinti e sculture di artisti appartenenti a movimenti artistici quali Madì, Asociación Arte Concreto-Invención, Perceptismo e indagati nei rapporti di reciproco scambio con movimenti europei come Futurismo, Arte Concreta e Costruttivismo.

Il linguaggio dell’Astrattismo europeo come simbolo di razionalità, ricerca di progresso e sviluppo democratico si trasferisce dal Vecchio Continente al Sudamerica, dove si sviluppa secondo diversificate esperienze, tra le quali particolare significato assumono la ricerca di Lucio Fontana e l’opera di Tomás Maldonado.
Nel 1946 Lucio Fontana elabora a Buenos Aires il Manifesto Blanco e così rivoluziona il concetto stesso di arte, invocando il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica tradizionali per “abbordare lo sviluppo di un’arte basata sulla unità del tempo e dello spazio”. Fontana si fa così interprete di una nuova arte in cui la creazione avviene grazie alla attività integrata di tutte le facoltà dell’artista, processo in cui la razionalità è subordinata all’attività subcosciente.
Tomás Maldonado, pittore, grafico, disegnatore industriale, teorico, fonda nel 1945 l’ Associazione Arte Concreto-Invención, insieme ad artisti come Antonio Caraduje, Manuel Espinosa, Alfredo Hlito, Raul Lozza, Oscar Nuñez, Virgilio Villalba, Juan Melé e Gregorio Vardágena. L’arte concreta, così come già per gli astrattisti geometrici europei, rinuncia al significato dell’ opera letteralmente inteso e guarda al suo aspetto formale, dove razionalità e geometria si caricano di nuovi significati.
La mostra presenta inoltre l’opera di altri grandi protagonisti della nascita dell’astrattismo sudamericano, tra i quali: Emilio Pettoruti, che ebbe intensi rapporti con grandi maestri europei quali Marinetti, Carrà, Papini, Picasso, Gris; Juan del Prete, attivissimo nel collegamento con i gruppi d’Avanguardia europei; Joaquín Torres García, uruguaiano, che collabora a Barcellona con Gaudì alla Sagrada Famiglia e stringe intensi rapporti con Mondrian e Le Courbusier.
Una mostra che, accanto alle opere dei protagonisti, riunisce per la prima volta un’ampia documentazione storica e artistica: filmati, riviste, manifesti originali, fotografie che raccontano un contesto storico, sociale e artistico in profonda trasformazione. Un racconto per immagini di un viaggio andata e ritorno verso l’Europa e la Modernità.