La mostra prevede, in una formula inedita e innovativa, 70 fondamentali opere di 9 grandi artisti contemporanei esposte in un appassionante confronto-sfida con i lavori di 100 studenti delle scuole della città ispirati dallo studio dei maestri.
Grande arte, innovazione, divertimento e premi per i visitatori, nell’ambito del progetto internazionale ARTools.

LA CLASSE NON È ACQUA, un’innovativa e inedita formula di mostra, mette in relazione la ‘classe’ scolastica, intesa come aula, luogo di studio e gruppo in formazione, con la ‘classe’, il talento dei grandi artisti internazionali e di quelli… in erba.

Sono esposte 70 opere di 9 grandi artisti contemporanei, scelti per la tecnica con la quale esprimevano la loro creatività e selezionati soprattutto per la capacità di anticipare e interpretare l’evoluzione socio culturale su scala globale.

Gli artisti, grazie all’attivazione di un’intensa e fruttuosa collaborazione tra i docenti delle scuole e gli educatori museali della GAMeC, sono stati messi in dialogo con 100 studenti di 4 classi (primarie, secondarie di primo e secondo grado) degli istituti scolastici della città di Bergamo.

Scopo della mostra, oltre all’esposizione di capolavori di grandi maestri, è di presentare una molteplicità di punti di vista: osservare gli artisti attraverso lo sguardo dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti permette di capire come l’arte contemporanea possa davvero interagire con le nuove generazioni.

L’appassionante confronto si è snodato attraverso temi importanti quali i linguaggi dell’arte, l’ecologia, i pregiudizi, il rapporto con l’antico, la discriminazione, la civiltà visiva, la riconciliazione e il ruolo attivo dell’individuo nella società.

I ragazzi, ispirati da un approfondito ed entusiasmante lavoro di studio dell’opera dei grandi artisti, hanno saputo realizzare sorprendenti ‘opere’ e ‘performance’ che ‘assurgono agli onori della storia’ essendo presentate in una mostra a fianco dei lavori dei maestri.

E chissà che Giotto non superi Cimabue…!

Un ringraziamento va agli insegnanti, ai responsabili scolastici, agli artisti – che in alcuni casi hanno partecipato direttamente ai lavori dei ragazzi – e agli educatori museali della GAMeC. Questo straordinario team di lavoro, che ha dato la sua completa adesione al progetto, ha condiviso la progettazione, superato le difficoltà e i timori di un percorso così complesso ed è stato la chiave di volta dell’intera attività.

Ma visto che ‘la classe non è acqua’, un ringraziamento altrettanto forte e caldo va agli studenti che hanno affrontato questa sfida.

Accettare di essere protagonisti di un percorso che va dalla classe al museo vuol dire affrontare la responsabilità di uscire allo scoperto, di mettersi in gioco: in un momento in cui sembra che gli adulti talora abdichino alle proprie responsabilità, il lavoro dei ragazzi diventa un paradigma etico, didattico e culturale.

L’arte viene così riconfermata come pensiero sull’esistenza, sull’uomo e sul mondo; la scuola come luogo per eccellenza dove crescere ed apprendere attraverso il confronto; il museo quale vettore culturale ed educativo per una long life learning education.

E ai bambini e ai ragazzi viene riconosciuto il diritto di trovare spazio, luogo e tempo per esprimere le proprie idee.

La mostra viene accompagnata da una pubblicazione contenente le immagini delle opere degli artisti unitamente ai risultati del lavoro svolto con le classi.