La dodicesima edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, l’importante riconoscimento internazionale dedicato a curatori under 30 ideato dalla GAMeC nel 2003 con il sostegno del Gruppo Bonaldi, e nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi, è stata vinta da Greta Martina e dal progetto di mostra Fossi io teco; e perderci nel verde[1].

La giuria, presieduta dal Direttore della GAMeC Lorenzo Giusti e composta dall’artista Isaac Julien e da Alia Swastika, Direttrice della Biennale di Jogja e co-curatrice della 16a Biennale di Sharjah, dopo aver approfondito con ciascuno dei candidati i progetti di mostra in concorso, all’unanimità ha deciso di assegnare il Premio al progetto Fossi io teco; e perderci nel verde della curatrice Greta Martina, che coinvolge gli artisti Attila Faravelli (1976, Italia); Enrico Malatesta (1985, Italia); Felicity Mangan (1978, Australia); O Thiasos TeatroNatura: Sista Bramini (1958, Italia), Camilla Dell’Agnola (1987, Italia), Nora Tigges (1973, Italia); Umberto Pellini (1995, Italia); Nicola Ratti (1978, Italia); Lorenzo Silvestri (1999, Italia); Valentina Viviani (1991, Argentina).

Fossi io teco; e perderci nel verde è un invito a riscoprire il legame con la natura attraverso la meraviglia, la cura e la responsabilità. Traendo ispirazione dagli scritti di Aldo Leopold e di Giovanni Pascoli, il progetto incoraggia un abbandonarsi al verde, articolandosi tra opere, laboratori e performance negli spazi espositivi della GAMeC e nei dintorni di Bergamo. L’istituzione d’arte diviene un luogo in cui lo stupore tipico dell’infanzia incontra la consapevolezza dell’età adulta, andando a creare uno spazio di relazione, partecipazione e riflessione collettiva.

La giuria ha particolarmente apprezzato la cura del progetto nel porre enfasi sugli aspetti di partecipazione e responsabilità nel rapporto tra le comunità naturali umane e non umane. La curatrice ha integrato in maniera puntuale il concept del suo progetto con il programma biennale Pensare come una montagna, nell’ambito del quale è inserito, proponendo workshop e performance scanditi per tutta la durata della mostra e ospitati in varie località del territorio bergamasco. La giuria ha inoltre premiato la collaborazione della curatrice con gli artisti coinvolti, invitati a confrontarsi con il contesto della città di Bergamo e del suo territorio, e a realizzare nuove opere concepite appositamente per la mostra e per il museo. Infine, la giuria ha riconosciuto l’originalità del riferimento di partenza del progetto: un verso di Giovanni Pascoli, poeta italiano dell’Ottocento, che invita a rallentare e a stupirsi della natura per ritrovare il senso di meraviglia infantile nei confronti del mondo, filtrato attraverso la prospettiva di una consapevolezza e di una responsabilità più profonde, proprie dell’età adulta.

Sino dalla sua costituzione, il Premio ha inteso sottolineare la centralità e il significato della figura del curatore nel panorama artistico internazionale attraverso la produzione di un progetto di mostra inedito, concepito sulla base di uno spazio espositivo e di un budget assegnati.

Oltre a Greta Martina, nominata da Zasha Colah, Curatrice della 13a Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino, la dodicesima edizione del Premio ha visto concorrere:
Salem AlSuwaidi, nominato da Antonia Carver, Direttrice di Art Jameel, Dubai
Sneha Shah, nominata da Blanca de la Torre, Capo Curatrice della 3a Biennale di Helsinki

Le curatrici Asma Barchiche, nominata da Stephanie Seidel, Curatrice ICA Miami e Yina Jiménez Suriel, nominata da Chus Martínez, Responsabile dell’Institute Art Gender Nature di Basilea, Curatrice Associata presso Thyssen-Bornemisza Art Contemporary (TBA2) e Global Fellow presso EWHA (Womans University Seoul), hanno rinunciato alla candidatura.

Il progetto di mostra sarà presentato a febbraio 2025 nell’ambito del programma Pensare come una montagna, tra Serina – comune di nascita di Lorenzo Bonaldi, a cui il Premio è dedicato – e la GAMeC.

Le edizioni del Premio hanno visto realizzati nel corso degli anni i seguenti progetti: Another Zero, a cura di November Paynter (2004); No Manifesto, a cura di Andrea Viliani (2005); Aesthetics/Dietetics, a cura di Mizuki Endo (2006); Data Recovery, a cura di Övül Durmusoglu (2008); L’ipotesi del Cristallo, a cura di Yoann Gourmel ed Élodie Royer (2010); The Log-O-Rithmic, a cura di Fredi Fischli e Niels Olsen (2012); Mississippi, a cura di Sam Korman (2014); Soft Crash, a cura di Xiaoyu Weng (2016); Enchanted Bodies/Fetish for Freedom, a cura di Bernardo Mosqueira (2018); In The Forest, Even The Air Breathes, a cura di Abhijan Toto (2020); Dancing Plague, a cura di Panos Giannikopoulos (2022).

Greta Martina (Bologna, 2000) è un’artista e curatrice indipendente con un interesse su linguaggio e immagine in movimento, che esplora sia attraverso pratiche artistiche che curatoriali. Ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere e ha svolto studi a Bologna, Vienna (Universität Wien), Berlino (Freie Universität) e Milano, dove ha frequentato il corso magistrale in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. La sua esperienza professionale include collaborazioni con gallerie e istituzioni come Elisabeth & Klaus Thoman (Vienna), KOW (Berlino), Triennale (Milano), Ar/Ge Kunst (Bolzano), François Ghebaly e Mendes Wood DM (New York). È autrice di CORRISPONDENZE (Correspondences) disponibile in diversi store, tra cui Printed Matter, Karma Bookstore, Aeon Books e Colbo (New York). Attualmente è responsabile dell’ufficio personale di Zasha Colah, direttrice artistica di Ar/Ge Kunst Bolzano e Curatrice della 13a Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino.


[1] Giovanni Pascoli, Myricae, 1891