Dal 15 ottobre 2021 la GAMeC di Bergamo presenta Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, il secondo capitolo della Trilogia della Materia, un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 con la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile.

Il progetto coinvolge storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati per affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia, attivando contestualmente un dialogo con la storia delle scoperte scientifiche e con lo sviluppo delle teorie estetiche. Il programma prevede un ciclo di tre mostre, accompagnate da altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse.

Dopo il primo appuntamento del ciclo, dedicato all’essenza della materia in dialogo con le teorie della fisica moderna, la seconda mostra in programma rivolge lo sguardo al lavoro di artiste e artisti che, in momenti diversi, hanno indagato le trasformazioni della materia traendo ispirazione dalla vita degli elementi per sviluppare una riflessione sulla realtà delle cose, sul mutamento e sul tempo.

“Rien ne se perd (nulla si perde)” è l’incipit della celebre massima attribuita a Lavoisier con la quale il chimico francese spiegava il senso generale della sua legge della conservazione della massa,la quale affermava che, nel corso di una reazione chimica, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti. La materia, in altre parole, non si crea e non si distrugge.

Da questo principio fondamentale sarebbero scaturite alcune idee chiave per la modernità, che avrebbero portato poi alla definizione della teoria della relatività, all’individuazione di una sostanziale equivalenza tra massa ed energia e quindi alla convinzione, raccontata da scienziati, artisti, filosofi, di una materia sempre viva, sempre presente,e di un mondo in continua trasformazione.

Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione occupa interamente gli spazi della GAMeC sviluppando un percorso di forte impatto sensoriale, data la natura materica e sinestetica delle numerose opere esposte, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche sia private. Le quattro sezioni della mostra – Fuoco, Terra, Acqua e Aria – riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/stato gassoso.

Attraverso una ricca selezione di opere, la mostra intende comporre un quadro articolato capace di mettere in luce il forte legame che da sempre lega gli artisti alla chimica degli elementi e alle trasformazioni della materia. Un campo di indagine e di sperimentazione che nel nostro tempo trova anche una significativa declinazione sul piano della riflessione attorno all’impatto dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali (dalla reperibilità delle risorse alle trasformazioni climatiche).

L’esposizione raccoglie opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell’interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell’alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell’Arte Povera – Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazionidi autori emersi negli anni Ottanta – come Rebecca Horn o Liliane Lijn – fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artiste e artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri.

La mostra si avvale della collaborazione della Fondazione Meru/Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già promotrice, tra il 2013 e il 2017, con Associazione BergamoScienza e GAMeC, del prestigioso Meru Art*Science Award, finalizzato alla promozione di progetti artistici legati allo sviluppo delle ricerche scientifiche.

Il nuovo programma di ricerca – Meru Art*Science Research Program – finanzia la realizzazione di un progetto site-specific per lo Spazio Zero della GAMeC.

Per Nulla è perduto l’artista svedese Nina Canell presenta una nuova installazione ambientale volta a indagare il territorio di confine tra le dimensioni dell’organico e dell’inorganico, tra materia vivente e materia inerte.

Tra i partner della mostra vi è la Fondazione Dalmine – nata nel 1999 per iniziativa di TenarisDalmine con l’obiettivo di promuovere la cultura industriale – che si farà promotrice, sia nella sua sede di Dalmine sia in altre sedi, di una serie di laboratori per le scuole, incontri, corsi e altre attività coordinate dai Servizi Educativi della GAMeC legate alla trasformazione della materia nell’industria, alla tecnologia, alla robotica e alla città industriale, e guidate da un approccio creativo attento ai temi dell’ecologia e della rigenerazione dei materiali.

Accompagna la mostra anche un ricco programma di attività per le scuole e un ciclo di incontri aperti al pubblico che vedranno la partecipazione di scienziati, ingegneri, chimici, storici dell’arte, artisti e filosofi.

Il programma, che prevede anche proiezioni di film, documentari e opere in video, si avvarrà per alcune parti della collaborazione di BergamoScienza e sarà orientato alla divulgazione scientifica e alla sensibilizzazione verso i linguaggi dell’arte, affrontando tematiche di vario genere, dalle nuove scoperte della chimica alle applicazioni del sapere nei diversi campi dell’industria, fino al rapporto tra arti visive e scienza.

Il catalogo, edito da GAMeC Books, presenta numerosi approfondimenti sulle implicazioni dei processi fisico-chimici della materia in una prospettiva ecologista.

Sulla scia di Primo Levi,di cui si ripropone un estratto del suo Sistema periodico, Tom Battin, Professore in Scienze Ambientali all’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, descrive la storia di un atomo di carbonio. Federico Bianchi, Professore ordinario all’Università di Helsinki e Angela Marinoni, ricercatrice CNR-Isac, introducono all’osservazione delle sorgenti di aerosol atmosferico. Laura Tripaldi, ricercatrice in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali all’Università di Milano-Bicocca, ripensa i materiali come parte attiva della vita e della cultura contemporanea. Jussi Parikka, Teorico dei media e professore di Cultura Tecnologica ed Estetica alla Winchester School of Art, analizza le nuove alchimie della cultura visiva al tempo delle corporate del digitale. Kathryn Yusoff, Senior Professor di Geografia non-umana alla Queen Mary University di Londra, esamina formazioni “geo-sociali” nel cambiamento antropogenico contemporaneo. L’antropologo Michael Taussig offre, infine, uno sguardo sulla natura tra vitalità e magia.

I testi, inediti o estratti di edizioni già pubblicate, ampliano così l’orizzonte concettuale di questo secondo appuntamento della “Trilogia della Materia”, e accanto ai saggi dei curatori Lorenzo Giusti e Anna Daneri, gli interventi di Martina Angelotti, Michele D’Aurizio, Chris Fite-Wassilak, Federico Florian, Sara Fumagalli, Orit Gat, Valentina Gervasoni, Bernardo Mosqueira, Giulia Rispoli, Jennifer Teets, Mauro Zanchi e Andrea Zucchinali forniscono una lettura approfondita delle opere in mostra.

ARTISTI: Ignasi  Aballí, William Anastasi, Isabelle Andriessen, Davide Balula, Lynda Benglis, Alessandro Biggio, Karla Black, Michel Blazy, Renata Boero, Dove Bradshaw, Victor Brauner, Dora Budor, Pier Paolo Calzolari, Nina Canell, Leonora Carrington, Giulia Cenci, Tony Conrad, Tania Pérez Córdova, Lisa Dalfino & Sacha Kanah, Giorgio de Chirico, Edith Dekyndt, Marcel Duchamp, Olafur Eliasson, Leandro Erlich, Max Ernst, Joana Escoval, Cerith Wyn Evans, Lars Fredrikson, Loïe Fuller, Cyprien Gaillard, Pinot Gallizio, Hans Haacke, Roger Hiorns, Rebecca Horn, Roni Horn, Paolo Icaro, Bruno Jakob,  Yves Klein, Gary Kuehn,  Liliane Lijn, Gordon Matta-Clark, David Medalla, Ana Mendieta, Otobong Nkanga, Jorge Peris, Otto Piene, Man Ray, Pamela Rosenkranz, Mika Rottenberg, Namsal Siedlecki, Roman Signer, Robert Smithson, Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, Yves Tanguy, Wolfgang Tillmans, Erika Verzutti, Andy Warhol.