La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di presentare al pubblico una nuova acquisizione che entra a far parte della Collezione Permanente del Museo: Sala d’attesa (Bergamo, inverno 1944-45), dell’artista Giulio Paolini.

Sala d’attesa è stata realizzata dall’artista in occasione della mostra Arte Povera in città, che la scorsa primavera ha coinvolto i luoghi più rappresentativi di città Alta, dal Chiostro di Sant’Agostino a Porta San Giacomo, da Piazza Vecchia al Palazzo del Podestà, nella cui Sala Giuristi l’opera era esposta.
A conclusione della mostra, l’artista ha deciso di donare il lavoro alla GAMeC affinché divenisse parte della Collezione Permanente della Galleria.

L’operazione si pone nel solco di quella grande tradizione bergamasca che ha visto i patrimoni pubblici, primo fra tutti quello dell’Accademia Carrara e negli anni recenti quello della GAMeC, fondarsi e avere un incremento grazie ad importanti elargizioni da parte di donatori privati e artisti.

L’OPERA

Giulio Paolini
Sala d’attesa (Bergamo, inverno 1944-45), 2012
collage, teca in plexiglas, sedia, cataloghi, manifesti, cartella stampa

Uno dei temi ricorrenti della struttura linguistica di Giulio Paolini (1940), oltre al disegno, allo spazio della rappresentazione e al significato della figura classica, è la melanconia. Compare nel suo libro Dall’Atlante al vuoto e continua a essere presente nell’opera realizzata appositamente per la città di Bergamo: Sala d’attesa (Bergamo, inverno 1944-45). In questo caso, fulcro del lavoro è una piccola fotografia in bianco e nero con i bordi bianchi smerlettati che fa capolino da una busta semi aperta.
Nell’immagine è visibile l’artista, bambino di sei anni con i pantaloncini corti, ritratto in piedi sopra un tavolo situato in un porticato antistante a una grande casa e prospiciente un giardino. La postura mette già allora Paolini in scena, perché il tavolo si afferma quale primo palcoscenico su cui prende avvio la sua recita; un punto d’osservazione privilegiato e dal quale poter considerare quello che, davanti a lui, accade nella platea invisibile.