Dal 25 novembre al 6 dicembre 2019 lo Spazio Servizi Educativi della GAMeC accoglierà una mostra, piccola ma preziosa, che presenterà alla Città il risultato del percorso che anche quest’anno i Servizi Educativi della GAMeC hanno promosso presso la Casa Circondariale di Bergamo.

La collaborazione con la Casa Circondariale di Bergamo, che ha avuto inizio nel 2006, ha consentito negli anni di sviluppare importanti progetti con l’obiettivo di far conoscere ai detenuti l’istituzione museale e il mondo dell’arte, intesi come agorà di pensiero critico e spazio per l’attivazione di nuovi scenari di senso dell’esistenza di ciascuno.

 La mostra presenterà al pubblico 15 libri realizzati interamente a mano, prodotti dai detenuti, da sfogliare per un tempo limitato e da ascoltare attraverso le voci narranti di studentesse e studenti della classe IV-A dell’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico Statale Vittorio Emanuele II di Bergamo – Istituto coinvolto nel percorso di quest’anno –, che hanno raccolto personalmente i racconti dei loro autori.

Punto di partenza del progetto, una citazione dell’artista Luciano Fabro, presente in una delle opere esposte nella mostra Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo: “Si potrebbe supporre che ogni vita abbia un senso il che permetterebbe di pensare che vivere non sia altro che venire scoprendo questo senso e di conseguenza se non si porta a compimento questo senso non ha senso morire”.

Da questo pensiero, che si è intrecciato con i caratteri mobili di un antico tirabozze, con l’idea che la stampa possa portare i pensieri oltre i muri, e che la “mobilità” dei caratteri sia metafora della dignità delle riflessioni sviluppate dai detenuti, è nata una serie di incontri condotti da Rita Ceresoli, Educatrice museale GAMeC, con l’aiuto di Damiano Fustinoni per il processo di stampa, il supporto di Anna Maioli, Responsabile dell’area trattamentale della Casa Circondariale di Bergamo, e la presenza indispensabile di Claudio Breno, volontario.

Il progetto è stato reso possibile dalla generosità dei collezionisti Angiola e Carlo Del Monte.

Il percorso intrapreso quest’anno ha segnato un punto di svolta nella storia della collaborazione con la Casa Circondariale di Bergamo: per la prima volta, alcuni detenuti hanno potuto visitare di persona la GAMeC e la mostra Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo, grazie all’impegno della Direttrice Teresa Mazzotta che ha visto in questa occasione un’importante opportunità formativa.

Il coinvolgimento della classe IVA dell’ITCTS Vittorio Emanuele II di Bergamo ha contribuito a dare ulteriore forza al progetto: in un istituto legato a professioni connesse al tempo libero, alle vacanze e agli spostamenti, il “viaggio” di questi studenti è stato, invece, superare i cancelli del carcere e incontrare i detenuti, affinché questi quindici libri potessero, grazie alle loro voci, dialogare con chi verrà in visita alla GAMeC.

Venerdì 6 dicembre, in occasione dell’ultimo giorno di mostra, dalle 17:00 alle 19:00 presso lo Spazio Servizi Educativi si terrà il workshop di formazione LIB(E)RI: il senso di un dialogo tra museo, carcere, scuola e territorio. Workshop di formazione tra pedagogia del patrimonio e educazione alla cittadinanza, che prevede inoltre la restituzione e il racconto del percorso tenuto nella Casa Circondariale.

Interverranno:

Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo

Marzia Marchesi, Assessore al Verde pubblico, edilizia residenziale pubblica, affari generali, educazione alla cittadinanza, pace, legalità e trasparenza, pari opportunità del Comune di Bergamo

Anna Maioli, Responsabile dell’area trattamentale della Casa Circondariale di Bergamo

Gino Gelmi, Vicepresidente dell’Associazione Carcere e Territorio

Giovanna Brambilla, Responsabile Servizi Educativi della GAMeC

Rita Ceresoli, Educatrice museale GAMeC

Damiano Fustinoni, Presidente di Sotto Alt(r)a Quota

Claudio Breno, Volontario della Casa Circondariale

Classe IVA, ITCTS Vittorio Emanuele II di Bergamo