PREMIO LORENZO BONALDI PER L’ARTE – VIII Edizione
SEZIONE SCUOLE CURATORIALI

A cura di Lucrezia Calabrò Visconti
Selezionata dalla scuola curatoriale CAMPO – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Dal 14 maggio al 24 luglio 2016 la GAMeC è lieta di presentare la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! a cura di Lucrezia Calabrò Visconti, il primo dei due progetti vincitori della sezione “scuole curatoriali”, istituita in occasione dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, grazie alla quale studenti o ex-studenti segnalati dalle principali scuole curatoriali italiane hanno avuto la possibilità di presentare un progetto espositivo pensato per lo Spazio Caleidoscopio della GAMeC, che prevedesse la messa in relazione di una o più opere esposte nella collezione del museo con opere di altri artisti contemporanei.

Il secondo progetto vincitoreDeus sive Natura di Elena Cardin – selezionata dalla scuola curatoriale A Plus A, Venezia – sarà ospitato alla GAMeC nel 2017.

Punto di partenza del progetto espositivo, infatti, è il dipinto La cara Betty (1909) di Umberto Boccioni esposto nelle sale della Collezione Permanente della GAMeC, che ritrae l’amata cagnolina dell’artista accucciata su un sofà. Il soggetto e lo stile del ritratto appartengono a una sensibilità lontana dai dettami del coevo Manifesto del Futurismo, e aprono uno spiraglio su un lato di Boccioni trascurato e diverso da quello storicizzato ufficialmente dalla storia dell’arte.

Traendo spunto dalle teorie filosofiche che vedono nella co-evoluzione tra umani e animali un esempio per ripensare la nostra azione nelle tecno-culture contemporanee, la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! è l’arbitraria ricostruzione, nello Spazio Caleidoscopio della GAMeC, dell’ipotetico rapporto tra Umberto Boccioni e il suo cane. Le voci dei due personaggi si alternano e si sovrappongono in una installazione video temporizzata, che costruisce un complesso organismo cinematico, un cervello quasi autonomo che tocca un punto di singolarità, ovvero quel momento in cui l’intelligenza artificiale supera la capacità dell’uomo – così che animale, umano e tecnologico si fondono in un tecnoanimismo inconscio e immersivo.

“Run fast, bite hard” (corri veloce, mordi forte), pur sembrando una proposta in pieno stile futurista, è infatti l’incitazione che Donna Haraway, celebre filosofa legata alle tecnoscienze contemporanee e alle teorie cyberfemministe, prende in prestito dallo sport canino Schutzhund come nuovo slogan per vivere sull’orlo della guerra globale: la proposta è di guardare all’intra-azione di uomini e cani come un manifesto etico e politico per ripensare il rapporto tra cultura e natura, tecnica e animalità, potere dominante e “significant otherness”.

Il progetto si compone di 10 opere video che propongono narrazioni dialettiche, viziate dall’esasperazione di cliché storico-politici di genere e specie, ma pronte a sradicare gli ecosistemi in cui questi si sono evoluti, a partire dal Futurismo per arrivare alle nuove forme di colonialismo. I traguardi e le contraddizioni di queste narrazioni si intrecciano e confondono, oltrepassando il mito della supremazia culturale quanto i dettami del riduzionismo biologico, alla ricerca di un’alleanza e di una strategia di resistenza tra le specie escluse dalla tecnocultura dominante.