La GAMeC dedica a Giuseppe Milesi un omaggio, a dieci anni dalla scomparsa.

Artista generoso e longevo, ha attraversato il Novecento dedicandosi intensamente alla pittura, con la quale ha esplorato, essendo dotato di una particolare verve, i generi del paesaggio e della natura morta, senza ignorare la figura.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo nel quale raggiunge il pieno successo, si concentra una lussureggiante sequenza di tele dalla pittura eccitata, accesa da una violenza cromatica che incendia i colori. Sontuosi si fanno i fondali rossi in cui immerge le immagini, fatte vibrare da una calda sensualità e create dal colore.
Una quindicina di grandi formati intercetta questo percorso eccentrico, segnato dall’eccellenza del colore.
‘Il colore deve essere pensato, sognato, immaginato’ disse Gustave Moreau. Attraverso il colore Milesi sostituisce il principio dell’imitazione con quello dell’affinamento formale, dell’immediatezza espressiva, della pienezza vitale.
Hanno contribuito alla definizione del suo stile l’antiaccademismo della Scuola Romana (Scipione e Mafai) e l’internazionalità della cultura espressionista (Nolde, Kokoschka). Ogni esasperazione drammatica è però destinata in Milesi a stemperarsi in immagini ora visionarie, ora sensuali, nelle quali l’armonia cromatica determina ogni cosa.

GIUSEPPE MILESI (S. Giovanni Bianco, Bergamo 1915 – Roma 2001) riceve una formazione artigianale imparando a scolpire e ad intagliare all’Istituto San Carlo di Bergamo. Dal 1933 al 1938 frequenta i corsi dell’Accademia Carrara di Bergamo, per poi iscriversi all’Accademia di Brera. Le prime esperienze espositive sono a Milano, dove partecipa al Premio di pittura Sarfatti (1938). A causa della guerra interrompe gli studi al Politecnico di Milano. Nella stagione dei premi del secondo dopoguerra partecipa a numerose manifestazioni sia a Bergamo (Premio Dalmine, edizioni del 1953, 1954, 1956, 1958), che a Milano. Espone alla VI Quadriennale di Roma nel 1952. E’ tra i fondatori del Gruppo Bergamo nell’ambito del quale espone a Milano nel 1957 al Centro San Fedele. Negli anni Sessanta, mentre prosegue l’attività espositiva – Milano, Como, Verona, Perugia, Roma – si dedica all’insegnamento che svolge al Liceo Artistico di Bergamo, per poi passare all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove dal 1970 è titolare della cattedra di pittura e decorazione.