A vent’anni dall’apertura della GAMeC, dedicare una mostra al collezionismo d’arte contemporanea della città di Bergamo e del suo territorio significa esplorarne le ‘potenzialità nascoste’ e scoprirne l’inaspettata ricchezza.

Nel 1991, anno di apertura della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, l’amministrazione comunale di allora scelse, su indicazione della direzione dell’Accademia Carrara e del suo Consiglio, di dare conto del ricco impegno e dell’interesse della città per l’arte moderna e contemporanea, inaugurando la Galleria con la presentazione della mostra Collezione privata, Bergamo. Arte italiana del XX secolo, dedicata alle più importanti collezioni bergamasche che annoveravano opere d’arte dei primi settant’anni del Novecento.

A seguito della mostra, alcuni cittadini di Bergamo – tra loro Gianfranco Spajani e Gianfranco e Marta Stucchi – maturarono la volontà di donare il meglio delle loro collezioni al Comune di Bergamo e all’Accademia Carrara per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, nel solco della grande tradizione di mecenatismo che caratterizza in modo unico la città di Bergamo, sin dalle origini dell’Accademia Carrara fondata da Giacomo Carrara nel 1796.

Il collezionismo, lavorando sulla contemporaneità, che è pure attualità, mostra il lato sperimentale e di ricerca della cultura visiva del nostro tempo. Tratto distintivo della mostra ‘Il Museo Privato. La passione per l’arte contemporanea nelle collezioni bergamasche’è quello di presentare quanto e in che modo il quadro culturale della città si sia aggiornato dal 1991, anno di apertura della GAMeC, attraverso una selezione delle opere d’arte contemporanea che i collezionisti bergamaschi hanno acquisito nel corso della loro esperienza.

La ricerca compiuta in preparazione della mostra ha evidenziato sia la forte crescita di molte collezioni, sia il notevole incremento del numero di nuovi appassionati.

Molteplici sono le ragioni che stanno alla base dell’atto del collezionare, come ricorda Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra:”Seppur gli scettici nei confronti dell’arte contemporanea non manchino di sottolinearne l’aspetto economico, le ragioni del collezionare sono sempre altre, come il fatto che sempre più persone si rendono conto di quanto l’arte sia in grado di arricchire le loro esistenze, o che il valore dell’opera non deriva soltanto dalla sua capacità di durare nel tempo, ma anche dall’essere uno specchio della realtà contemporanea; oppure che l’arte mantiene viva la mente e la sfida di vivere il tempo presente fatto anche di sensazioni che pescano nell’inconscio, a volte fastidiose, ma vere, e che una collezione deve essere qualcosa di più della somma delle parti per assumere una sua identità”.

Nel corso dell’aggiornamento della propria ricerca, l’esplorazione del collezionismo bergamasco ha spaziato dall’Arte Programmata eCinetica all’Arte Povera e all’Arte Concettuale, dalla Transavanguardia al Postmodernismo con un’apertura internazionale, non escludendo, d’altra parte, di rivolgere l’attenzione ad artisti che operano a Bergamo.

Come sostiene M. Cristina Rodeschini nel suo testo in catalogo, ‘uno dei criteri del progetto è stato quello di rappresentare in mostra raccolte strutturate, che fossero il frutto di un gusto personale, ma soprattutto di un percorso culturale che identificasse la pratica collezionistica come costante esercizio di ricerca. […] Raccogliere per dare forma a una collezione è un percorso che implica profonda consapevolezza, ma anche il piacere di lasciarsi sorprendere dall’imprevisto. Le collezioni man mano si strutturano, cambiano: l’aggiunta di ogni opera ricalibra il rapporto tra tutte le altre. Possono trasformarsi anche attraverso parziali alienazioni delle raccolte, per avere il piacere di iniziare nuove esperienze. Ciascun collezionista è alla ricerca del modo in cui tenere in equilibrio l’inscindibile binomio desiderio – possibilità. Molte sono le ragioni che presiedono alle scelte e la ricchezza sta ancora una volta nelle differenze’.
E continua Giacinto Di Pietrantonio: “Oggi che il sapere si è sempre più specializzato, e che l’artista viene percepito come un’unicità, l’arte rimane comunque un’isola di multidisciplinarietà, e il collezionismo – acquisendo opere – si dà come luogo di sostegno della complessità dell’uomo testimoniato dall’arte.”

La città di Bergamo, anche grazie alla presenza dell’Accademia Carrara, il cui patrimonio si basa fondamentalmente sulle raccolte donate dai grandi collezionisti del passato, rappresenta un fondamentale punto di riferimento per quanto riguarda il grande tema del collezionismo d’arte, anche per la relazione che le pubbliche istituzioni hanno saputo tessere con esso e di cui l’Accademia Carrara e la GAMeC sono i simboli per eccellenza.
Le collezioni di arte contemporanea del territorio bergamasco riuniscono un numero notevolissimo di opere di grande qualità, in moltissimi casi veri e propri ‘pezzi’ da museo che non sono mai stati esposti in pubblico, e questa mostra offre un’occasione unica per ammirare un patrimonio di circa 200 opere altrimenti inaccessibili.

Durante il periodo della mostra saranno dunque le collezioni a presiedere il terreno della cultura artistica, in quanto permangono alle mostre temporanee, anche se queste ultime contribuiscono con le loro indicazioni a fornire senso e valore alle collezioni stesse.

La conoscenza, che la produzione di una mostra come questa sedimenta, è di fondamentale importanza, sia perché aggiorna il museo sulle dinamiche del gusto della comunità culturale in cui si trova ad operare, sia perché consolida l’indispensabile dialogo tra collezionisti e museo, che a Bergamo ha radici profonde.

Non si dimentichi, in conclusione, una riflessione di fondo connessa alle tematiche del collezionismo: se oggi tutti noi possiamo ammirare e godere della disponibilità pubblica nella nostra città di un patrimonio straordinario di arte antica e moderna è principalmente grazie all’esistenza di quanti con competenza, passione e generosità hanno dapprima formato e poi donato le proprie collezioni, per molti aspetti simbolo stesso della loro vita.