La V edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – Enterprize – l’unico riconoscimento al mondo concepito per un curatore under 30 – è stata vinta da Yoann Gourmel & Elodie Royer, critici d’arte e curatori di Parigi, e dal loro progetto di mostra dal titolo “Il presente è una cosa del passato, ormai”.

La giuria composta da:
Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery di Londra
Rein Wolfs, direttore artistico del Kunsthalle Fridericianum di Kassel
Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC di Bergamo

ha apprezzato, tra tutti i progetti di mostra presentati, la freschezza e l’originalità del progetto della coppia di curatori francesi, con questa motivazione:
Il progetto premiato dimostra una particolare attenzione alle pratiche artistiche contemporanee e una profonda relazione tra curatore, artisti e opere.
Le opere presentate nel progetto di mostra usano media differenti tra loro, e sono poste in dialogo reciproco l’una con l’altra, in modo da essere percepite come un’entità organica. Il visitatore non farà quindi esperienza di opere isolate tra loro, al contrario sarà circondato da una totalità composta da più opere che si relazionano l’una con l’altra.

Il progetto di mostra verrà realizzato alla GAMeC di Bergamo nel giugno del 2010.

La premiazione è avvenuta al termine delle tre giornate di Qui. Enter Atlas – Simposio Internazionale di Curatori Emergenti, a cura di Jörg Heiser e Alessandro Rabottini, che ha visto 15 curatori provenienti da Europa, America del Nord, America del Sud, Africa e Asia confrontarsi sul tema “La fine del curatore globale“.

IL PROGETTO VINCITORE

PRESENT IS A THING OF THE PAST, NOW [Il presente è una cosa del passato, ormai]

Artisti: Ulla von Brandenburg, Isabelle Cornaro, Julien Crépieux, Ryan Gander, Mark Geffriaud, Adrian Ghenie, Benoît Maire, Clément Rodzielski, Bojan Sarcevic.

La mostra Present is a thing of the past, now [Il presente è una cosa del passato, ormai] raccoglierà opere di nove artisti contemporanei la cui attività offre una riflessione sulla creazione di un’archeologia soggettiva a partire da immagini, idee o opere del passato. Opere che trattano vari aspetti della visione e diversi modi di vedere, non tanto per mettere alla prova la nostra percezione retinica, ma per evocare, talvolta in modo anacronistico, le modalità con cui osserviamo le cose oggigiorno, la maniera in cui guardiamo al presente.
Nello spazio espositivo le opere saranno messe in relazione tra loro ed esposte insieme servendosi di una composizione spaziale, al fine di creare una situazione dentro la quale il pubblico sarà invitato ad aggirarsi.  I lavori dialogheranno tra loro in una condizione di relativa oscurità, interrotta di tanto in tanto dalla luce prodotta da diverse sorgenti – artificiale, naturale o proveniente dalle opere stesse. Questo ambiente in dissolvenza offrirà l’opportunità di stabilire delle associazioni tra opere che, sebbene diverse da un punto di vista formale, rivelano delle strette connessioni l’una con l’altra.