Dal 6 febbraio al 2 maggio 2004 la GAMeC di Bergamo ospita la mostra collettiva Another Zero curata da November Paynter, vincitrice della prima edizione del “Premio Lorenzo Bonaldi per L’Arte – EnterPrize”.

Il premio, unico nel suo genere, è nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi ed è volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra inedita. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha assunto non solo nel panorama artistico internazionale ma, anche, nel più ampio contesto delle pratiche culturali contemporanee, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane curatore in un momento estremamente vitale all’interno del suo percorso professionale.

La mostra si intitola Another Zero. Allestita nella grande sala della nuova ala della GAMeC, recentemente ristrutturata dallo Studio Gregotti e Associati, prevede la partecipazione di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson.

Il progetto espositivo di Another Zero prende spunto dal film Powers of Ten – della durata di nove minuti – realizzato nel 1977, da Charles e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di tempo. Il film, infatti, inizia con l’inquadratura di un uomo addormentato su una tovaglia da pic-nic. L’obiettivo si allontana progressivamente – dieci volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio. Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l’atomo della mano dello stesso uomo addormentato.

Ciascuno degli artisti invitati ad esporre da November Paynter interpreta questo concetto di relatività spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei linguaggi espressivi che sente più propri.
Ad esempio, Haluk Akakçe ha creato una pittura su muro appositamente realizzata per la GAMeC, e che funziona come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra. Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, l’opera di Akakçe produce diversi angoli di prospettiva dentro la galleria. La scultura di Tom Friedman, sospesa nel vuoto, è creata grazie a una combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si sforzano di capire il complesso sistema che governa il nostro universo. Per Another Zero Tyson ha elaborato un nuovo “lecture work”, ovvero una delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier, invece, luoghi e oggetti comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi questioni esistenziali.
Saskia Olde Wolbers presenta un video inedito per il pubblico italiano, in cui piccole costruzioni fatte a mano diventano i set di ripresa e gli scenari per storie che narrano relazioni intrecciate tra persone diverse. In modo analogo Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia informatica per presentare ambienti immaginari dove i mondi esistono all’interno di altri mondi.