La mostra Seasons di Maurizio Cattelan (Padova, 1960) si sviluppa come un percorso visivo nella città di Bergamo che stimola una riflessione profonda sulla ciclicità della vita e della storia, sulle generazioni, sull’ascesa e sulla caduta dei valori e sulle trasformazioni dell’individuo e della società.

Il titolo della mostra è un chiaro riferimento alle stagioni, simboli universali di passaggio e rinnovamento: un invito a riflettere sul divenire del tempo, ma anche un’esortazione a vivere la realtà nella sua complessità e drammaticità attraverso l’arte, che non si limita a rappresentare il mondo, ma lo interpreta, lo problematizza e lo trasforma.

Quattro le sculture presentate, in un percorso che si snoda in altrettante sedi: un’opera di recente produzione nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione – dal 2018 sede estiva del museo nel cuore di Bergamo Alta –; due nuovi lavori nella sede storica della GAMeC, in via San Tomaso, e nel vicino Ex Oratorio di San Lupo; e un’installazione site-specific per lo spazio pubblico, realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Bergamo.

A giocare un ruolo significativo nel percorso sarà l’immagine dell’aquila – animale simbolo della montagna e della natura incontaminata – divenuta, sino dall’antichità, espressione di potere, dominio e brama espansionistica. L’opera allestita nell’Ex Oratorio di San Lupo grazie alla collaborazione con Fondazione e Museo Diocesano Adriano Bernareggi sfiderà questa tradizione simbolica, presentando l’aquila nella sua forma più pura e vulnerabile.

Il secondo lavoro prodotto per la mostra a Bergamo riflette su un potere che non si concretizza mai ed esplora la tensione tra l’ambizione di costruire e conquistare e l’impossibilità di agire in un contesto che limita ogni azione. Realizzato in vetro, il lavoro suggerisce un potenziale atto di ribellione che non riesce a prendere forma; un desiderio di rottura che non si compie, una rivoluzione senza esito.

Il terzo lavoro è un’installazione ideata da Maurizio Cattelan per uno dei luoghi più noti della città. L’intervento intreccia riferimenti alla storia nazionale e locale, al ruolo dei monumenti e alla crisi dei valori, stimolandouna riflessione critica sulla complessità del tempo presente. L’opera è anche un inno gentile alla ribellione e un invito a riconsiderare i valori dell’unitàalla luce dei cambiamenti sociali e storici in atto.

L’ultima opera all’interno del percorso ci spinge a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità, la giustizia, la decadenza, ma anche sul senso di libertà che, talvolta, i più deboli e vulnerabili possono incarnare. Realizzata in marmo, la scultura crea un potente contrasto con lo spazio espositivo, e mette in discussione il nostro rapporto con le strutture di potere e i valori sociali.

Seppur presentati in modo indipendente, i quattro lavori, in stretto dialogo tra loro, sono specchi del nostro vissuto, portatori di un messaggio che non riguarda solo il passato, ma interroga il presente e il futuro della nostra società e di ognuno di noi. Essi divengono i simboli di una riflessione più ampia sulla nostra esistenza e sulle nostre responsabilità nei confronti dell’ambiente e della comunità.

A completare l’esposizione sarà una campagna di comunicazione che, insieme a una serie di affissioni stradali, coinvolgerà anche il Kilometro Rosso di Bergamo, per il quale l’artista ha immaginato una declinazione speciale – site-specific – dell’identità visiva del progetto, appositamente pensata per i portali del celebre muro rosso progettato da Jean Nouvel.

Parte del programma Il Biennale delle Orobie – Pensare come una montagna, con la direzione artistica di Lorenzo Giusti, Seasons sarà aperta al pubblico fino al 26 ottobre 2025.