In occasione del centenario della nascita dello scultore Giacomo Manzù (1908-1991), il MAT – Museo Arte Tempo di Clusone, in collaborazione con la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, promuove dal 13 luglio 2008 al 8 febbraio 2009 un’esposizione dedicata al grande artista bergamasco.
La mostra, curata da M. Cristina Rodeschini, direttore della GAMeC, e Marcella Cattaneo, storica dell’arte, è stata concepita per dare conto dell’importante produzione di Manzù negli anni del soggiorno clusonese. Il momento storico era particolarmente sofferto e la guerra lo vide costretto a rifugiarsi insieme alla moglie Tina e al figlio Pio, ospiti dell’amico Attilio Nani, nella cittadina dell’alta Val Seriana, in provincia di Bergamo.
L’esposizione si pone, dunque, come un momento di approfondimento all’interno di un disegno di ampio respiro che proseguirà con la mostra alla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dal 1° ottobre 2008 al 8 febbraio 2009, offrendo al pubblico una sessantina di opere tra le più rappresentative del percorso artistico dello scultore.
Nelle sale espositive del suggestivo Palazzo Marinoni Barca di origine seicentesca, sede del MAT, sono state selezionate una serie di opere realizzate tra il 1940 ed il 1945, concepite dunque ed eseguite durante anni difficili della nostra storia italiana. Si tratta per lo più di ritratti femminili, uno dei soggetti più intensamente visitati da Manzù, ed in cui l’artista dà prova di una acuta interpretazione, ora sofferta ora dolcemente languida unitamente ad una audacia formale certo non comune. Altra tematica particolarmente sentita dallo scultore è quella del mondo infantile, di cui spesso i soggetti più indagati sono gli stessi suoi figli. In particolare Manzù ama cogliere e fermare nel bronzo l’innocenza dei loro gesti quotidiani, dedicando ampio spazio alla sfera del gioco. Con quest’ultimo aspetto, così intriso di poesia, lo scultore non solo riesce a restituire nella plastica una delle componenti fondamentali del loro processo evolutivo, ma lo fa con una freschezza di espressione partecipata e fortemente innovativa.